Scarpe indiane
Tra le scarpe più antiche del mondo
Le scarpe con la punta alta e ricurva
Le scarpe indiane hanno una lunga storia, si considera che fanno parte delle scarpe più antiche del mondo.
Tra il 2500 e il 2000 a.C. circa, nella Valle dell’Indo si sviluppò un’importante cultura: gli scavi di Harappâ (Penjab) e Mohnejodaro (Sînd) hanno portato alla luce sigilli risalenti al periodo di Akkad, durante il regno del re Sargon. Questa scoperta rivela legami tra il mondo indiano e le città dei Sumeri che esistevano molto prima dell’era del Buddha.
Questo significa che l’origine della tradizione delle scarpe con la punta alta e ricurva va ricercata in India? La questione rimane aperta.
Come in Mesopotamia, anche in India la scarpa con la punta alta e ricurva è un privilegio del re.
Le scarpe indiane sono spesso menzionate nella letteratura dell’India antica, ma la loro rappresentazione è rara nell’iconografia perché la parte inferiore dei rilievi di carattere narrativo e il piede delle sculture e delle pitture murali sono spesso danneggiati. Inoltre, le scene rappresentate si svolgono generalmente in luoghi in cui non è permesso o non è necessario indossare scarpe. In India, come in molti Paesi asiatici, non si indossano scarpe nei templi o nelle stanze private del palazzo.
Valmîki, il leggendario autore del Râmâyana, racconta che il re Râma (una delle incarnazioni di Vishnu nella mitologia indù) fu esiliato in una foresta e si fece rappresentare nella città in cui governava da scarpe decorate d’oro. Queste regnarono al suo posto per tre anni durante la sua assenza. Inoltre, tutti i decreti emanati dal fratello regnante vengono proclamati davanti a queste scarpe.
Anche un racconto buddista riprende lo stesso tema e aggiunge una spiegazione precisa: se i decreti emanati sono giusti, le scarpe rimangono immobili, ma si raddrizzano per protestare contro i decreti non conformi alla legge.
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